? Jules adorava quei momenti di trepidante attesa, passati lì, in cima al corridoio. Vedeva sotto le sue zampe il legno lucido e scivoloso ed in fondo, come un´isola misteriosa, il divano, con sopra loro.
? Jules adorava abbassare il muso, prendere un grande respiro e poi correre, correre, e ….ops conquistare l´isola con un grande salto!
? Lo faceva da anni e loro lo accoglievano sempre con grandi risate e carezze. Gli facevano posto e lui si sentiva davvero «a posto». Tutti si sentivano a posto.
? Poi, un giorno, iniziò a sentire che qualcosa non funzionava più come prima. Rimaneva lì, con gli occhi puntati sul divano, incerto se partire.
Loro lo incoraggiavano «Dai Julius Erving, facci questo salto» e lui allora si faceva forza e partiva. Ma era sempre più lento e correre era sempre una maggiore sofferenza ?
? Non era più lui, lo capiva dai loro occhi, dove la gioia era stata sostituita da un condiviso dolore. Fino a che quella sera, si arrese.
??⚕️ Loro lo chiamavano per vedere la partita insieme, ma lui rimase lì, fermo e sconfitto.
«Basta! Non lo posso più vedere così, chiamo il Veterinario» sentì allora dire dall´isola.
? Dal giorno dopo iniziarono a dargli una cosa buona, con una siringa e qualcosa piano piano cambiò.
Iniziò a sentirsi meglio, a non avere più così dolore, anche se rimaneva ancora seduto nel corridoio.
Una sera, però, nel silenzio della casa si sentì un urlo: «Goooool!» ⚽️
? ? Jules ritrovò, come per magia, tutte le sue forze, si alzò, corse e con un grande salto si tuffò nell´isola, in mezzo ai festeggiamenti.
? E riaverlo lì fu, per tutti loro, più bello che vincere il derby all´ultimo minuto. Perché in una vera famiglia si vince, si perde e … si soffre tutti insieme.